Manuel Bortuzzo: lo sport, la mia salvezza
La straordinaria vicenda umana e sportiva di Bortuzzo e i suoi progetti per il futuro
La straordinaria vicenda umana e sportiva di Bortuzzo e i suoi progetti per il futuro
La straordinaria vicenda umana e sportiva di Bortuzzo e i progetti per il futuro
Manuel Bortuzzo era una promessa del nuoto italiano. Un drammatico incidente, però, lo ha costretto alla sedia a rotelle, spezzando I suoi sogni olimpionici. La sua grande forza di volontà e la passione per lo sport gli hanno permesso di superare tutte le difficoltà.
Tra la notte del 2 e 3 febbraio 2019, Manuel Bortuzzo è rimasto vittima per errore di un colpo di pistola nella zona dell’Axa, tra l’Eur e Ostia. I due autori del raid sono stati condannati mentre Manuel si è salvato per miracolo, perdendo però l’uso delle gambe.
A Wimed You Manuel ricorda come il nuoto sia sempre stata la sua più grande passione fin dall’età di tre anni. Amore che ha trasmesso anche ai suoi fratello, tanto che ora il più piccolo vuole seguire le sue orme:
«L’amore per l’acqua è nato per caso. I miei genitori cercavano uno sport in grado di placare la mia iperattività. Dal momento in cui sono entrato in piscina, non ho più potuto farne a meno anche se nel corso degli anni ho provato anche altri sport. Alla fine sono sempre ritornato in piscina».
Manuel Bortuzzo era specializzato nel mezzofondo. Nel team Veneto ha vinto tutto ciò che era possibile vincere e ha raggiunto risultati straordinari. La svolta è arrivata nel 2015 ai campionati giovanili dove ha conquistato un bronzo nei 400 e l’oro nei 1500 stile. Manuel si è qualificato così per l’European Youth Olympic Festival, campionato europeo strutturato come un’olimpiade.
Di lì a poco il trasferimento a Ostia, dove Manuel viene tesserato nella società Aurelia Nuoto di Roma. Bortuzzo inizia così ad allenarsi con campioni del calibro di Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti:
«Tutto questo rappresentava per me un sogno che non avrei mai pensato di poter realizzare. Avere la possibilità di allenarmi con professionisti di questo livello era ciò che mi dava la forza di alzarmi ogni giorno e affrontare le durissime giornate di allenamento».
Il segreto del suo successo sportivo è sempre stato la sua perseveranza. Grazie a questa, Bortuzzo è riuscito a rialzarsi davanti alla sfida più difficile, l’incidente. All’inizio è stata dura accettare la sua nuova condizione di disabilità, ma:
«La mia voglia di nuotare ha prevalso su tutto e, a solo un mese dall’incidente, ho fatto la mia prima vasca, la più faticosa di tutta la mia vita».
Un anno dopo, Bortuzzo ricomincia ad allenarsi in piscina, dimostrando che la sua voglia di vivere non è mai cambiata:
«Sono sempre stato un ragazzo curioso, desideroso di provare ogni volta qualcosa di nuovo; questo perché sono dell’idea che finché non si prova non si può sapere se si è in grado di fare. Non ho mai avuto paura di fallire, ma l’incidente mi ha insegnato ad apprezzare quello che ho e a mettere in primo piano le emozioni».
Nel suo libro “Rinascere” (Rizzoli, 2019, 176 pagine, 8,50€), Bortuzzo spiega la sua visione di vita. L’importante è la reazione che hai davanti alle difficoltà di qualsiasi tipo, da una disgrazia alla fine di una storia d’amore.
Bortuzzo inizia a girare le scuole d’Italia per dimostrare ai suoi coetanei che il mondo è pieno di opportunità anche con delle disabilità motorie. Il Covid-19 non lo ha bloccato, anzi, ha continuato a veicolare il suo messaggio con lezioni in streaming:
«Il mio desiderio è essere conosciuto non per il trauma che ho vissuto, ma per la persona che sono. All’inizio non sapevo bene come affrontare la notorietà, ma nel tempo sono riuscito a farmi conoscere e oggi sento che le persone che mi seguono mi apprezzano perché sono sempre rimasto me stesso».
E per il futuro? Bortuzzo non ama fare progetti a lungo termine. Una cosa però è certa: lo sport rimarrà sempre un punto fisso nella sua vita. Il nuoto gli ha salvato la vita a livello fisico e psicologico. Il suo corpo allenato ha attutito il colpo del proiettile e gli ha dato un’altra possibilità.
Bortuzzo non potrà partecipare alle Paralimpiadi di Tokyo per problemi burocratici. Una volta risolti, ricomincerà sul serio con le gare sognando Parigi 2024:
«Come sempre darò il massimo negli allenamenti, per dimostrare a me stesso che qualcosa di buono lo riesco ancora a fare. Spero anche di migliorare la mia condizione fisica fino ad arrivare, chissà, un giorno, a potermi rialzare in piedi!».
La sua lesione midollare, infatti, non è completa e questo gli dà buone speranze per il futuro. Del resto, Manuel Bortuzzo è un combattente: nella vita e nello sport, ogni giorno sfida prima di tutto sé stesso.
Abbiamo chiesto al protagonista del primo numero di Wimed You di raccontarci qualcosa di sé di inedito, solo per i nostri lettori.
Quanti siete in famiglia?
Siamo in sei: ho un fratello e due sorelle.
Dove vivi ora?
Dall’età di 17 anni mi sono trasferito a Ostia e vivo da solo, anche dopo l’incidente.
Quando hai fatto la tua prima gara di nuoto?
A 5 anni.
Rito scaramantico prima di una gara?
Non pensare alla gara!
Quali altri sport hai provato oltre al nuoto?
Tennis e basket.
Le tue passioni extra-sportive?
Musica e motori.
Sai suonare qualche strumento musicale?
Prima suonavo la batteria ma di recente mi sono appassionato di pianoforte e studio musica classica.
La tua giornata tipo?
Video lezioni con le scuole, allenamenti in piscina, fisioterapia, interviste in TV e lezioni di pianoforte… Non mi annoio mai!
Il ricordo più bello dell’infanzia?
Il primo giro con la mini moto, finito cadendo in un cespuglio di rose!
Un sogno nel cassetto che sei riuscito a realizzare?
Conoscere Valentino Rossi, che mi ha ospitato per un giorno presso la VR26 Academy nel 2019.
Il viaggio dei sogni?
Andare negli USA con gli amici a Natale.