Il benessere passa dalla prevenzione

Prendersi cura della propria salute fisica e psicologica è un viaggio che deve durare tutta la vita

Il benessere passa dalla prevenzione

Prendersi cura della propria salute fisica e psicologica è un viaggio che deve durare tutta la vita

Le previsioni Istat del 2021 sul futuro demografico dell’Italia sono ben chiare: ci saranno sempre meno residenti e un incremento costante della popolazione anziana. Un potenziale quadro di crisi che viene confermato anche dagli ultimi studi Eurostat sull’invecchiamento della popolazione europea, che posizionano il nostro Paese al primo posto tra “i più anziani” d’Europa, con un’età media della popolazione pari a 47,6 anni contro la media europea che si attesta a 44,1 anni. 

Il trend dell’invecchiamento interessa ormai da anni tutti i Paesi sviluppati ma è importante metterlo a confronto anche con i valori legati all’aspettativa di vita in buona salute, ovvero gli anni in cui le persone vivono in una condizione sana, senza limitazioni e disabilità. In questo caso, infatti, l’Italia perde il suo primato in Europa e si posiziona solo al terzo posto con una media di 68,7 anni per le donne e 67,2 per gli uomini dopo Svezia e Malta (“Healthy life years at birth” – Eurostat, 2020). 

In Italia, quindi, si vive più a lungo ma in cattiva salute. Come intervenire in questa situazione? Risponde alla domanda Michele Conversano, Presidente di Happyageing, l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo:

«È necessario investire sulla prevenzione a tutte le età, perché non esiste un momento in cui è opportuno iniziare a fare prevenzione ma dev’essere un processo continuo che deve partire fin dalla gravidanza per poi proseguire per tutta la vita».

Così, nel 2014, arriva l’idea di creare la prima Alleanza che promuove in Italia politiche e iniziative volte a tutelare la salute dell’anziano, di cui fanno parte Federsanità ANCI, la Società Italiana di Geriatria e GerontologiaSocietà Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, la Società Italiana di Igiene, la Fondazione Dieta Mediterranea, i sindacati SPI CGILFNP CISLUIL Pensionati, e la Federazione Anziani e Pensionati ACLI.

«HappyAgeing nasce con l’obiettivo di creare un canale unico di informazione e di comunicazione tra istituzioni, mondo scientifico e cittadini dedicato al mondo dell’anziano e alla sua salute. La particolarità di questa Alleanza è che le società scientifiche si rivolgono direttamente alla comunità attraverso una serie di incontri organizzati sul territorio in cui si parla di prevenzione usando un linguaggio chiaro e semplice».

I mezzi di prevenzione

Esistono numerosi strumenti di prevenzione che si possono classificare in quattro pilastri principali: primo fra tutti il mantenimento di uno stile di vita sano, attraverso un corretto regime alimentare e lo svolgimento di una buona attività fisica.

«È ormai largamente dimostrato come la Dieta Mediterranea rappresenti un vero e proprio modello di dieta sana e sostenibile, in grado di anteporsi come fattore determinante di prevenzione. Negli ultimi anni, però, i nostri colleghi geriatri stanno riscontrando un aumento dei casi di malnutrizione tra le persone anziane».

Un fenomeno che il Presidente ipotizza essere legato alla condizione economica della popolazione di riferimento e alla diffusione del junk food (cibo spazzatura). Gli alimenti più convenienti in termini di costo ma poco salutari vengono scelti a discapito di quei prodotti naturali, stagionali e a chilometro zero.

«Insieme a Fondazione Dieta Mediterranea stiamo cercando di convincere la grande distribuzione a creare un marchio per gli alimenti adatti all’anziano, come già avviene con i cibi per neonati, celiaci, vegani e così via. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di dare informazioni utili su cosa sia giusto mangiare in base alle specifiche esigenze in terza età ed evitare così carenze di quegli elementi essenziali per poter vivere in salute».

Altro aspetto importante è l’attività fisica che per le persone dai 65 anni in su include quella praticata durante il tempo libero, gli spostamenti (ad esempio a piedi o in bicicletta), le attività lavorative (per gli individui ancora in servizio), il gioco, i lavori domestici, lo sport o altri esercizi di tipo programmato, nel contesto dell’attività quotidiana, familiare e della comunità.

«Secondo le linee guida gli over65 dovrebbero praticare almeno 150 minuti di attività fisica di tipo aerobico di moderata intensità oppure almeno 75 minuti di attività fisica di tipo aerobico di intensità elevata nel corso della settimana».

Un’attività fisica applicata con regolarità, infatti, può migliorare la salute cardiorespiratoria, il tono muscolare, la salute funzionale e ossea, ridurre il rischio di malattie non trasmissibili, di depressione e di declino delle funzioni cognitive. 

Questa non dev’essere confusa con l’Attività Fisica Adattata (APA) che comprende ogni movimento, attività o sport che può essere praticato da individui limitati nelle loro capacità da deficit fisici, psicologici, mentali o da alterazioni di alcune grandi funzioni. Le due attività, però, non hanno una funzione riabilitativa ma solo di mantenimento e prevenzione e possono essere svolte anche da soggetti in condizione di cronicità.

«Diversi studi hanno dimostrato che la maggioranza delle persone tra i 65 e 79 anni presenta mediamente 4,9 malattie, mentre nei soggetti con più di 80 anni il numero delle patologie è 5,4. In particolare, l’associazione di malattie croniche nel paziente anziano, quali la cardiopatia organica e l’osteoartrosi, aumenta il rischio di disabilità di 13,6 volte rispetto ad un rischio isolato di 4,4 per l’osteoartrosi e 2,3 per la cardiopatia organica».

L’ambito sanitario

Tra gli altri pilastri della prevenzione rientra anche lo screening, ovvero l’insieme degli esami condotti a tappeto su una fascia più o meno ampia della popolazione allo scopo di individuare una malattia o i suoi precursori (cioè quelle anomalie da cui la malattia si sviluppa) prima che si manifesti attraverso sintomi o segni.

«Il rilevamento precoce delle patologie, e il conseguente trattamento preventivo, consentirebbero sia una minore incidenza della malattia sulla persona anziana ma anche una maggior risparmio economico. Oggi infatti quasi l’80% del fondo sanitario nazionale è destinato a curare quelle malattie croniche degenerative che sarebbero prevenibili se solo si facesse prevenzione».

Questo aspetto è strettamente collegato anche all’uso corretto dei farmaci, sia in forma preventiva che di cura.

«Da sempre Happyageing si impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’aderenza terapeutica, ovvero il coinvolgimento in maniera attiva e collaborativa della persona anziana nella pianificazione e attuazione del trattamento terapeutico. Questo serve per accertarsi che il paziente sia in grado di seguire e completare la terapia riducendo il rischio di abusi dei farmaci».

Una corretta prevenzione, infine, dipende anche dalle campagne vaccinali.

«Stiamo lavorando su diversi fronti, sia per far valere il diritto alla chiamata attiva dei soggetti anziani da vaccinare, ma anche per creare un’anagrafe vaccinale a livello nazionale così da avere un controllo sociale delle strategie delle vaccinazioni. Questo attualmente è stato fatto solo durante la pandemia, mentre ancora oggi i dati di copertura dell’influenza vengono presentati solo un anno dopo la vaccinazione, quindi non in tempo utile per fare qualche azione correttiva».

Michele Conversano, Presidente Happyageing copia

Michele Conversano

Presidente Happyageing

Il potere della SOCIALità

Diversi studi hanno largamente dimostrato come la socializzazione abbia effetti positivi sulla salute fisica e psicologica di una persona anziana, tanto da diventare anch’essa un’ulteriore forma di prevenzione. Quando si parla di socialità in terza età, però, spesso si tende a pensare a gruppi di anziani che si riuniscono per svolgere attività ludico-ricreative come giocare a carte, ballare o fare una camminata, quando in realtà sempre più over65 stanno sperimentando il mondo dei social network, riscuotendo anche successo. 

È il caso di Licia Fertz e Severino Morga, entrambi ultranovantenni che grazie alla loro genuinità e semplicità sono ormai diventati dei veri e propri influencer su Instagram e TikTok.

«Tutto ha avuto inizio durante l’estate del 2020 – racconta Severino – quando mio figlio Paolo, intenzionato a trovare qualcosa di nuovo da fare durante le giornate per non farmi pensare ai problemi legati alla pandemia, ha lanciato una sfida contro mio nipote sui social su chi avrebbe avuto più successo. Nessuno di noi però si sarebbe mai immaginato quello che è accaduto dopo».

1,5 milioni di follower su TikTok, numerosi articoli di giornale e comparse in TV per Nonno Severino, così si fa chiamare, ormai diventato il nonno più famoso d’Italia insieme a sua moglie Imma. Una storia simile quella vissuta da Licia Fertz, che sbarca sui social grazie al nipote Emanuele e che oggi conta oltre 200 mila follower su Instagram.

«Stavo vivendo un periodo buio dopo la morte di mio marito – spiega Licia – ma grazie alla tenacia di Emanuele, alla fotografia e all’affetto che ogni giorno i miei follower mi dimostrano sui social oggi mi sento rinata».

Ecco come, in entrambi i casi, la vicinanza virtuale (ma non solo) di persone estranee ha portato nelle loro vite tanta serenità, nonostante la loro quotidianità non sia cambiata se non per le 2 ore al giorno che dedicano a realizzare i contenuti social.

«I miei nipoti virtuali – così li chiama Nonno Severino – non si limitano a contattarmi sui social ma mi fermano per strada per scattare una foto, chiedere un consiglio o un abbraccio perché gli ricordo il nonno che non c’è più».

Sì, perché se i social hanno dato tanto in termini di salute psicologica ai due over90, altrettanto vogliono restituire al prossimo.

«La vecchiaia è una fase bellissima della vita, non una malattiaafferma Licia – e il mio obiettivo sui social è quello di ricordarlo ogni giorno. In particolare mi rivolgo alle donne, che devono continuare ad apprezzarsi per quello che sono senza farsi influenzare dai pregiudizi e dall’età che avanza».

Anche Nonno Severino usa la notorietà per lanciare messaggi importanti.

«Attraverso i nostri video semplici ma divertenti vogliamo dare forza agli altri, stimolarli a non mollare mai ma anche sensibilizzare tutti sull’importanza che ha l’amore e il sostegno della propria famiglia nella vita di ognuno di noi, soprattutto in terza età».

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