ADAPTIVE FASHION, VERSO UNA MODA PIÙ INCLUSIVA

Una moda accessibile a tutti? Da oggi è possibile

ADAPTIVE FASHION, VERSO UNA MODA PIÙ INCLUSIVA

Una moda accessibile a tutti? Da oggi è possibile

In questi mesi, WimedYou si è soffermata spesso sul concetto di inclusione e sull’importanza di rendere accessibili a tutti beni e servizi indispensabili per vivere il quotidiano senza sentirsi esclusi o dipendenti da altri.

Come spesso accade, però, spesso si focalizza l’attenzione “solo” su quelli che vengono definiti i diritti fondamentali, come la mobilità o l’accesso all’istruzione e alla cultura, lasciando in secondo piano aspetti più profondi legati ad esempio all’espressione di sé.

Esistono diverse forme di espressione del proprio essere e della propria personalità; tra queste rientra sicuramente il modo di vestirsi e quindi la possibilità di seguire la moda del momento oppure andare contro corrente e scegliere un proprio stile.

L’obiettivo dell’adaptive fashion è proprio questo: rendere la moda accessibile anche alle persone con disabilità rendendola funzionale e esteticamente gradevole. Questa “moda flessibile” tiene conto non solo di disabilità fisiche ma anche cognitive: addio quindi a zip, spille, etichette abrasive, scarpe con i lacci, tessuti in eccesso per dare spazio a soluzioni che facilitino l’atto di vestirsi.

In realtà bastano piccoli accorgimenti, come ad esempio:

  • magneti e velcro che sostituiscono zip e bottoni;
  • cinture senza fibbie e passanti;
  • chiusure con tiranti piccoli a scorrimento che permettono così la chiusura in maniera più semplice, anche con una sola mano;
  • applicazioni che consentono di allacciarsi le scarpe senza piegarsi, come nel caso dei modelli realizzati da Nike.

Rimanendo in tema di grandi brand, anche Tommy Hilfiger ha realizzato un’intera gamma per donne, uomini e bambini che si adatta alle esigenze di tutti senza cambiare lo stile o la qualità dei tessuti utilizzati.

Esistono però anche tante altre realtà internazionali che con i loro capi riescono a venire incontro alle esigenze di specifiche disabilità o target:

  • Care + Wear ha una linea di maglie per i pazienti kemioterapici o per coloro i quali devono portare flebo o cateteri;
  • Lifestyle Adaptive si rivolge per lo più alle persone anziane, come anche The Able Label, marchio specializzato nella realizzazione di vestiti per persone anziane con disturbi motori o sensoriali e per persone con Alzheimer e Parkinson.

In Italia, invece, l’unica azienda che realizza abbigliamento per persone con patologie invalidanti è Lydda Wear “Vestirsi Diversamente”, con sede in provincia di Padova. Un’idea dell’imprenditore e stilista italiano Pier Giorgio Silvestrin che da oltre 15 anni si impegna a realizzare “capi accessibili, a prezzi accessibili, con soluzioni accessibili per gestire la quotidianità nel modo più semplice e pratico possibile” senza rinunciare allo stile.

Finalmente il mondo della moda ha cominciato ad aprire gli occhi e a capire l’importanza di soddisfare le esigenze di tutti. Si tratta però di un mercato nuovo, ancora di nicchia e per molti inesplorato, che invece avrebbe bisogno di maggiore visibilità visto che interessa circa un miliardo di persone.

In questo contesto, i social network possono dare una grande mano: è proprio quello che fa Abilitee, un brand di moda adattiva e accessori per persone con disabilità o malattie croniche che attraverso il canale Instagram parla anche di tematiche quali disabilità, accessibilità e inclusione con un linguaggio e una grafica allegra e fresca.

Non solo. Sul profilo @accidentallyadaptive il brand mostra quali vestiti “normali” possono essere usati dalla sua community sulla base delle singole esigenze e in che modo indossarli, favorendo anche in questo caso una maggiore inclusione.

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