La giusta alimentazione parte dagli adulti

Perché genitori e nonni dovrebbero essere d’esempio per i più piccoli anche dal punto di vista alimentare

La giusta alimentazione parte dagli adulti

Perché genitori e nonni dovrebbero essere d’esempio per i più piccoli anche dal punto di vista alimentare

Gli adulti sono sempre in qualche modo responsabili della salute dei bambini. Molti studi ormai sottolineano come la salute di un individuo dipenda dall’alimentazione avuta nei primi mille giorni di vita, iniziando a contare dal concepimento.

Di conseguenze, l’alimentazione della donna in gravidanza si ripercuote in modo positivo o negativo sulla salute del nascituro. Durante la crescita, invece, i bambini adottano le abitudini della famiglia e per tale motivo è importante che la corretta alimentazione parta dalla spesa.

Nel 2007 è nato Okkio alla Salute, un sistema di sorveglianza sul sovrappeso, obesità e fattori di rischio correlati  nell’ambito del  progetto  “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni”, promosso e finanziato dal Ministero della Salute/CCM e coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (CNAPPS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con le Regioni, il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Dai risultati del 2019, gli ultimi disponibili, risulta che:

  • il 40% delle mamme di bambini in sovrappeso o obesi pensano che i loro bambini siano normopeso o addirittura sottopeso;
  • il 60% è convinta che i loro figli facciano un’attività fisica adeguata;
  • il 70% pensa che non assumano quantità di cibo eccessive. 

Tutti dati che purtroppo non coincidono con la realtà. In Italia quasi tre bambini su dieci sono in sovrappeso o addirittura obesi: nello specifico, nel 2019 il 20% degli adolescenti erano in sovrappeso e il 9,3% obesi, più maschi che femmine.

La prima cosa da fare, quindi, è prendere consapevolezza della situazione per iniziare a cambiare le abitudini alimentari dell’intera famiglia.

L’importante è trovare un equilibro: questo non significa vietare, ma insegnare ai bambini quando è il momento di mangiare sano, e quando invece il momento di mangiare anche alimenti meno sani. Aspetto fondamentale, perché non si devono neanche negare del tutto certi alimenti, per non incorrere in disturbi alimentari.

Quindi il consiglio è quello di fare una spesa sana nella quotidianità, e invece adeguarsi alle situazioni fuori casa senza perdere il gusto e la convivialità con gli altri bambini.

Seguire una corretta alimentazione significa diminuire il consumo di alimenti ricchi di zuccheri semplici o sale, prodotti processati e bevande gassate, a favore di cibo fresco.

Secondo lo studio, però, tra i bambini persistono fondamentalmente tre abitudini alimentari scorrette:

  • saltare la colazione (o farla in modo inadeguato);
  • mangiare poca frutta e verdura;
  • fare merende troppo abbondanti

Fare la colazione insieme è sicuramente un buon inizio ma, se gli orari lavorativi o scolastici non lo consentono, può diventare un rituale del weekend.

Per la merenda, invece, basta un po’ di creatività: un dolce fatto in casa, magari preparandolo insieme, dei popcorn home made, anziché quelli confezionati ricchi di grassi e conservanti, o del thè freddo deteinato, a cui si può aggiungere del limone, della menta o altri aromi per renderlo più appetibile. 

Di grande aiuto sono i nonni che, avendo maggiore tempo libero a disposizione, possono coinvolgere i bambini nella spesa, nella preparazione dei pasti, nella gestione dell’orto di famiglia o nella pesca. In questo modo i più piccoli possono prendere coscienza di ciò che mangiano e di come sono cambiate le abitudini a tavola rispetto al passato. 

Di pari passo alla corretta alimentazione ha lo stesso valore l’attività fisica: fare sport insieme può dare degli ottimi risultati.

Anna Menasci
Dietista, specializzata in nutrizione in malattie renali, dialisi e diabete 1-2. Eroga consulenze nutrizionali per patologie, per il dimagrimento e si occupa dell’educazione alimentare di bambini e donne in gravidanza. È Consigliere Commissione d’Albo Dietista Ordine TSRM PSTRP PI-LI-GR.

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