Microbiota intestinale: come prendersene cura?

La dieta mediterranea al centro delle attività di prevenzione e cura del microbiota intestinale

Microbiota intestinale: come prendersene cura?

La dieta mediterranea al centro delle attività di prevenzione e cura del microbiota intestinale

Il microbiota intestinale è ormai considerato come un vero e proprio organo composto da batteri, lieviti, virus, migliaia di comunità microbiche e miliardi e miliardi di cellule batteriche che hanno il compito di proteggere l’organismo e di fare da intermediari con l’ambiente esterno. Ma quali sono le sue origini? Ogni madre trasmette i suoi batteri al neonato al momento del parto e durante l’allattamento, tuttavia col tempo ognuno sviluppa il suo microbiota intestinale.

1. QUALI SONO LE PRINCIPALI FUNZIONI DEL MICROBIOTA INTESTINALE?

Le funzioni sono numerose sia a livello metabolico, che protettivo, che strutturale:

  • produzione di metaboliti (acidi grassi a catena corta, aminoacidi, vitamine);
  • assorbimento di diversi minerali;
  • regolazione del sistema immunitario;
  • resistenza alla colonizzazione da parte di batteri patogeni;
  • secrezione di molecole antimicrobiche;
  • omeostasi del sistema nervoso centrale.vitamina D;

Una sua alterazione può avere un impatto importante sulla salute: si parla infatti di disbiosi intestinale quando il suo ecosistema non è più in equilibrio. I fattori principali in grado di influenzare la composizione del microbiota intestinale sono:

  • dieta;
  • assunzione di farmaci;
  • mucosa intestinale;
  • sistema immunitario.

Questa condizione, se prolungata, porta a disturbi sia intestinali che extra intestinali:

  • Disbiosi da carenza: riduzione delle specie batteriche benefiche a causa di un’alimentazione scorretta, dell’uso di antibiotici. È spesso associata anche a una intolleranza alimentare da carenza enzimatica;
  • Disbiosi putrefattiva: aumento dei batteri putrefattivi causato da una dieta ricca di grassi e carne ma povera di fibre;
  • Disbiosi fermentativa: colpisce le persone con sindrome dell’intestino irritabile o in terapia antibiotica o ancora chi assume pochi carboidrati;
  • Disbiosi da suscettibilità: è associata alla perdita di tolleranza da parte del microbiota con base genetica legata a disturbi infiammatori intestinali;
  • Disbiosi fungina: prevede una crescita incontrollata di candida o altri funghi, a seguito di una dieta ricca di zuccheri e povera di fibre.

2. COME PUÒ LA DIETA INFLUENZARE IL MICROBIOTA INTESTINALE?

Le abitudini alimentari hanno un forte impatto sul microbiota intestinale e sul metabolismo, con il rischio di provocare infiammazioni e disbiosi. Tra queste rientrano:

  • eccessivo uso di antibiotici;
  • alcool 
  • ammine eterocicliche (composti chimici cancerogeni che si creano cuocendo i cibi, come la carne, ad alta temperatura)
  • cibi industriali;
  • cloro dell’acqua;
  • coloranti alimentari;
  • conservanti alimentari;
  • emulsionanti;
  • i grassi saturi favoriscono l’aumento dei batteri patogeni.

Alcuni alimenti, al contrario, favoriscono il mantenimento di un sano microbiota intestinale:

  • cibi integrali;
  • cibi ricchi di fibre;
  • alimenti freschi;
  • alimenti che contengono polifenoli;
  • le proteine vegetali dei legumi e le proteine del latte sono associate a un aumento dei batteri buoni e a una riduzione dei batteri patogeni;
  • i grassi polinsaturi favoriscono l’ equilibrio;
  • i carboidrati indigeribili vengono fermentati dai microorganismi residenti che ne traggono nutrimento, per questo vengono chiamati prebiotici. La loro fermentazione contrasta la putrefazione e i batteri patogeni, riducendo la produzione di sostanze infiammatorie, e l’insulinoresistenza. Non solo. Favoriscono la riduzione di colesterolo, trigliceridi e il peso corporeo.

Sempre più evidenze scientifiche mostrano come il microbiota sia legato ad aspetti fondamentali della salute dell’uomo: mantenere un microbiota sano previene sia le allergie che le malattie metaboliche.

Un tempo si consideravano gli alimenti solo in base alle calorie che apportavano; adesso invece si dà molta più importanza alla composizione in fibre, vitamine e sali minerali che permette al microbiota intestinale di attivare sostanze antiossidanti. La dieta mediterranea, anche in questo contesto, risulta essere il modo più efficace per mantenere la salute del microbiota intestinale (per saperne di più, leggi l’articolo “Come iniziare a mangiare sano informandosi bene”).

3. QUAL È LA DIFFERENZA TRA PREBIOTICI E PROBIOTICI?

Entrambi portano benefici all’intestino ma in maniera differente:

  • I prebiotici sono sostanze contenute negli alimenti come le fibre dei cereali non raffinati, l’inulina, i fruttani, i fruttoligosaccaridi e i galattoligosaccaridi, e favoriscono l’equilibrio del microbiota intestinale (definito con il termine eubiosi);
  • I probiotici sono microrganismi viventi che, se somministrati nelle giuste quantità, conferiscono benefici alla salute poiché inibiscono i batteri patogeni. Possono essere utilizzati come prevenzione nel caso in cui il paziente sia esposto a terapia antibiotica, forte stress, patologie croniche, sia come terapia per la disbiosi intestinale già presente.

Anna Menasci
Dietista, specializzata in nutrizione nelle malattie renali, dialisi e diabete 1-2. Eroga consulenze nutrizionali per il dimagrimento e si occupa dell’educazione alimentare di bambini e donne in gravidanza. È Consigliere Commissione d’Albo Dietista Ordine TSRM PSTRP PI-LI-GR.

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