Il reflusso gastro-esofageo si verifica quando i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell’esofago, provocando bruciore dietro lo sterno e rigurgito acido. Il passaggio di acido dallo stomaco all’esofago è un processo fisiologico che si ripete tra le 50 e 60 volte durante la giornata, soprattutto dopo mangiato. Perché si verifichi un episodio di reflusso sono
necessarie due condizioni:
1. Quando bisogna cominciare a preoccuparsi del reflusso?
Il reflusso diventa “patologico” quando aumentano gli episodi e la loro entità. I sintomi tipici della malattia da reflusso gastro-esofageo sono quelli già precedentemente indicati ma a questi possono aggiungersi sintomi “atipici” o “extraesofagei”, meno ricollegabili agli episodi di reflusso acido esofageo, quali:
Se sono presenti questi sintomi (tipici e/o aticipi) si parla di reflusso gastro-esofageo; se oltre ai sintomi sono presenti anche delle alterazioni visibili all’endoscopio come ulcerazioni, si tratta di vere e proprie esofagiti, quindi infiammazioni dell’esofago per eccessiva risalita dei succhi acidi.
In entrambi i casi, si tratta di patologie comuni prevalentemente tra i maschi intorno ai 50 anni d’età. Ha un’incidenza maggiore nei paesi industrializzati, infatti il principale fattore di rischio è l’obesità.
2. L’alimentazione che ruolo può avere in caso di reflusso?
Seguire un corretto stile di vita e un’alimentazione sana serve sia in fase preventiva che di cura della malattia da reflusso gastro-esofageo. In generale, le indicazioni da seguire sono:
Per tenere sotto controllo e ridurre la secrezione acida gastrica è importante:
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Anna Menasci
Dietista, specializzata in nutrizione nelle malattie renali, dialisi e diabete 1-2. Eroga consulenze nutrizionali per il dimagrimento e si occupa dell’educazione alimentare di bambini e donne in gravidanza. È Consigliere Commissione d’Albo Dietista Ordine TSRM PSTRP PI-LI-GR.