Reflusso: come gestire l’alimentazione?

Quali sono le scelte alimentari da fare in caso di reflusso gastro-esofageo

Reflusso: come gestire l’alimentazione?

Quali sono le scelte alimentari da fare in caso di reflusso gastro-esofageo

Il reflusso gastro-esofageo si verifica quando i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell’esofago, provocando bruciore dietro lo sterno e rigurgito acido. Il passaggio di acido dallo stomaco all’esofago è un processo fisiologico che si ripete tra le 50 e 60 volte durante la giornata, soprattutto dopo mangiato. Perché si verifichi un episodio di reflusso sono
necessarie due condizioni:

  • il contenuto gastro-intestinale deve essere pronto a refluire;
  • i meccanismi anti-reflusso dell’estremità distale dell’esofago devono essere alterati.

1. Quando bisogna cominciare a preoccuparsi del reflusso?

Il reflusso diventa “patologico” quando aumentano gli episodi e la loro entità. I sintomi tipici della malattia da reflusso gastro-esofageo sono quelli già precedentemente indicati ma a questi possono aggiungersi sintomi “atipici” o “extraesofagei”, meno ricollegabili agli episodi di reflusso acido esofageo, quali:

  • Raucedine;
  • Tosse cronica;
  • Lesioni dentarie;
  • Alterazioni a carico delle corde vocali (laringite, noduli o granulomi).

Se sono presenti questi sintomi (tipici e/o aticipi) si parla di reflusso gastro-esofageo; se oltre ai sintomi sono presenti anche delle alterazioni visibili all’endoscopio come ulcerazioni, si tratta di vere e proprie esofagiti, quindi infiammazioni dell’esofago per eccessiva risalita dei succhi acidi.


In entrambi i casi, si tratta di patologie comuni prevalentemente tra i maschi intorno ai 50 anni d’età. Ha un’incidenza maggiore nei paesi industrializzati, infatti il principale fattore di rischio è l’obesità.

2. L’alimentazione che ruolo può avere in caso di reflusso?

Seguire un corretto stile di vita e un’alimentazione sana serve sia in fase preventiva che di cura della malattia da reflusso gastro-esofageo. In generale, le indicazioni da seguire sono:

  • perdere peso per evitare che il grasso a livello viscerale aumenti la pressione intraddominale, che a sua volta favorisce il reflusso del materiale gastrico;
  • evitare il cioccolato che riduce il tono del LES (Lower Esophageal Sphincter), ovvero lo sfintere esofageo inferiore, una vera e propria valvola anatomica che permette il defluire del cibo dall’esofago allo stomaco e, in condizioni fisiologiche, impedisce il refluire del cibo dallo stomaco all’esofago.

Per tenere sotto controllo e ridurre la secrezione acida gastrica è importante:

  • limitare i grassi e le proteine animali;
  • prediligere le proteine vegetali;
  • evitare cibi piccanti, spezie e menta;
  • evitare il caffè (soprattutto a digiuno);
  • evitare bibite gassate e bevande alcoliche;

Si consiglia inoltre di:

  • mantenere una postura eretta dopo i pasti;
  • non fare attività fisica subito dopo aver mangiato;
  • fare piccoli pasti frequenti;
  • mangiare lentamente e masticare molto;
  • non usare abiti troppo stretti che limitano la digestione.

Anna Menasci
Dietista, specializzata in nutrizione nelle malattie renali, dialisi e diabete 1-2. Eroga consulenze nutrizionali per il dimagrimento e si occupa dell’educazione alimentare di bambini e donne in gravidanza. È Consigliere Commissione d’Albo Dietista Ordine TSRM PSTRP PI-LI-GR.

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