Sedici staffettisti dipendenti di Movi, suddivisi in quattro squadre, 42km e 195 metri da percorrere, quattromila euro raccolti (e raddoppiati dall’Azienda). Questi sono i numeri che riassumono l’esperienza di Movi alla Milano City Marathon 2023, dello scorso 2 aprile.
Il motivo della sua presenza era la raccolta fondi in favore di Fondazione Italiana Diabete, la onlus nata nel 2009 per finanziare la ricerca sull’identificazione di una cura definitiva al diabete mellito di tipo 1, malattia autoimmune la cui causa è ancora sconosciuta e che non si può né prevenire né curare.
L’idea arriva da Laura Boccaccini, Head of Marketing di Movi, e Luca Vanni, Sales Specialist di Movi, che hanno pensato potesse essere un’importante vetrina per FID avendo già partecipato alle edizioni passate e conoscendo la rilevanza dell’iniziativa in termini di partecipazione. Ma come funziona? Risponde Luca Vanni:
«La Milano City Marathon prevede la Full Marathon e la Relay Marathon; solo quest’ultima però è esclusivamente collegata a progetti charity e, una volta che l’associazione si è iscritta e accreditata, la gestione della raccolta fondi avviene attraverso il canale “Rete del dono”».
Quella della Relay Marathon però non è una scelta casuale ma nasconde un messaggio più profondo. Come spiega Laura Boccaccini:
«Se nella staffetta, ogni componente della squadra contribuisce a tagliare il traguardo percorrendo un tratto del percorso della maratona e scambiandosi il testimone dandosi il cinque, nella raccolta fondi ogni singola donazione, anche la più piccola, contribuisce alla creazione di un oceano di solidarietà costituito da tante piccole gocce. Per questo, a noi piace identificarla come una “staffetta della solidarietà”».
Per l’occasione, Movi ha quindi aperto sulla Rete del Dono Movi RUN4FID per la raccolta fondi e raccontato l’intera esperienza per la prima volta sui canali social aziendali, creando anche un hashtag ad hoc, #DiabeteBallerino, per sottolineare come la glicemia nel Diabete Tipo 1 balli appunto spesso un po’ su e un po’ giù. Non solo. Il team Movi ha anche pensato a un outfit speciale per i suoi staffettisti, ovvero un tutù azzurro, a cui Laura e Luca hanno aggiunto anche parrucca e trucco in tinta.
«È stato un momento corale, di grande partecipazione e divertimento – commenta Vanni – che ha permesso alla Fondazione di raggiungere risultati ben al di sopra delle sue aspettative: oltre 100 mila euro ricevuti da oltre duemila donatori, quando il suo obiettivo iniziale era di arrivare ai 25 mila».
Un successo raggiunto anche grazie al coinvolgimento di Massimo Ambrosini, ex calciatore del Milan che è entrato in contatto con Movi dopo la diagnosi di diabete di tipo 1 al suo figlio più piccolo. Per la Relay Marathon ha creato una sua squadra composta da altri ex colleghi, come Dida e Costacurta.
«Ora stiamo già pensando alla Relay Marathon dell’anno prossimo, prevista per il 7 aprile 2024 – conclude Boccaccini – il guanto di sfida è raddoppiare il numero delle staffette per la raccolta fondi chiedendo a ogni runner di portare nel Team Movi un’altra persona che sia un amico, collega o familiare».
Il rapporto che lega Movi e Fondazione Italiana Diabete però va oltre la maratona e si basa su reciproca stima e convinzione che la ricerca sia l’unica strada che corre in parallelo con la tecnologia della business unit di Movi, Biosistemi. Biosistemi distribuisce in Italia sistemi avanzati per la gestione del diabete di tipo 1 (Advanced Hybrid Closed Loop System).
Se la ricerca, quindi, serve per scoprire quale sia la causa che genera l’esordio del diabete di tipo 1 e, di conseguenza, trovare una cura, la tecnologia, oggi, è ciò che aiuta le persone con diabete di tipo 1 a migliorare quotidianamente la propria qualità della vita.